sabato 26 ottobre 2013

Il cuore del Forlì



Alla fine di tutto. Alla fine dei rigori, dei moduli, degli infortuni e degli acquisti, alla fine dei conti, c'è un sacco di gente che vuole bene al Forlì. Uno dice: non significa niente. Come si può voler bene ad una società? Non è mica un essere vivente. Come si può voler bene ad un abbinamento cromatico, il biancorosso, che oltretutto rappresenta centinaia di altre squadre di calcio in Italia? Mistero. Un pochino in questi anni l'ho capito. Un pochino. Qualche volta mi scalda la pelle. Neanche me ne sono accorto ma il chip si è inserito sottopelle. Quando partecipo a serate come quella di ieri, organizzata da uno che la pelle ce l'ha a strisce, biancorosse, capisco un po' di più quale sia il senso di quelle domeniche al Morgagni, al freddo, sotto il temporale che comincia sempre alle 15, insieme a quell'altro migliaio di irriducibili innamorati che siete voi.

Grazie ancora a Giovanni Brunelli, cui chiedo perdono per la maleducazione di essermi alzato anzitempo da tavola.

Ps Essere seduto tra Montalti e Calderoni che parlano di Moggi e Moratti non ha prezzo.